lunedì 5 febbraio 2024

LA FALSA PROVA DEL PENDOLO DI FOUCAULT

 

      


                 

 Il fisico francese Jean Bernard Leon Foucault iniziò gli studi di Medicina, abbandonandoli successivamente per dedicarsi, come Galilei, in modo autonomo alla fisica sperimentale. Per dimostrare, a suo modo, l’enigmatico movimento della Terra, elaborando un semplice pendolo, analogo a quello usato in radioestesia, da indovini, astrologi, cultori dell’esoterismo, sedute ipnotiche e attività di questo genere. Nel 1851, pubblicò il risultato del suo esperimento, nell’articolo: “Dimostrazione fisica del movimento di rotazione della Terra per mezzo del pendolo”, Tomo 32 dell’Accademia parigina delle Scienze.

In tale articolo, vengono riportate le osservazioni che egli effettuò, riguardo alla variazione del piano di oscillazione del pendolo. Il quale si rivolge gradualmente in senso destrorso, da oriente ad occidente, in accordo con il movimento del Sole e in genere dei corpi celesti. Questa variazione gli sembrò dimostrare il moto giornaliero del globo terrestre, anche se la terra, secondo la teoria eliocentrica, ruota in senso contrario, sinistrorso, da ovest ad est. Il risultato di questo esperimento viene pertanto considerato in ogni sede come la prova esaustiva, indubitabile e certa del movimento della Terra.



            



Nelle prime battute di questo suo articolo, si rilevano alcuni punti critici.

1 Egli richiede di fare astrazione del movimento di traslazione della terra intorno al Sole che, a suo dire, non avrebbe influenza rispetto al fenomeno messo in evidenza. Questa ipotesi nonostante la velocità di traslazione intorno al sole (circa 30 km/s) sia notevolmente maggiore rispetto alla velocità di rotazione terrestre (circa 464 m/s).

2 Fermat suppone che l’osservatore, idealmente, si sposti fino al polo nord, per semplificare i termini del problema e trovare un punto fermo. Un punto fermo su un sistema previsto in rotazione? E l’inclinazione dell’asse terrestre?

3 Il fisico francese propone di considerare un pendolo composto da una massa pesante omogenea e sferica, sospesa ad un filo flessibile collegato al punto assolutamente fisso, idealizzato in precedenza, posto esattamente sul prolungamento dell’asse di rotazione del globo. Precisa anche che le parti solide che lo supportano non partecipino al movimento giornaliero. La massa può essere di qualunque materiale? Perché allora vengono utilizzati sempre metalli o metalloidi, mai marmo, vetro, plastica? Inoltre, come fanno le parti solide che sorreggono il pendolo a non partecipare alla traslazione della terra intorno al Sole?                                                  

Dopo queste premesse, lo scienziato descrive in modo sintetico lo svolgersi della sua emblematica “prova”. Nella quale non si dimostra la rotazione terrestre in senso assoluto, come invece viene fatto credere. Ma più banalmente si rileva l’esistenza di un moto relativo della terra in rotazione rispetto al cielo fermo, o del cielo in rotazione rispetto alla terra ferma. Questo è l’unico risultato trovato da Foucault, il movimento del cielo rispetto alla terra, interpretabile tuttavia in senso relativistico.

Consideriamo inoltre che, secondo le parole dello scienziato, riportate nella didascalia, si è  obbligati a prendere un punto d’appoggio “assolutamente fermo”, ove fissare il suo pendolo, pur essendo questo inserito in un sistema in movimento, per ipotesi. È logico pensare infatti che la parte rigida, dove si fissa l’estremità superiore del filo del pendolo, non possa essere sottratta al movimento rotatorio diurno. Pertanto, se la terra ruota, ruoterà anche la base d’appoggio del pendolo, pure se per ipotesi posizionato al polo, essendo peraltro l’asse della terra inclinato.

Come è noto, Jean Bernard Foucault (1819-1868) fissò un pendolo lungo 67 metri sulla sommità del Pantheon di Parigi. La sfera di piombo pesava 28 kg. Pendoli più o meno simili sono stati realizzati un po' dappertutto, per catturare e affascinare l’attenzione dei visitatori. Di fronte a tali apparati, sembra effettivamente che tutto funzioni secondo i parametri della scienza. Il movimento rotatorio della Terra sembra davvero essere in grado di produrre un’oscillazione che varia nel senso di quella dei corpi celesti e non della terra. Si spiega tale fenomeno alla luce del principio di Mach. Il quale afferma che la forza di inerzia che agisce sui corpi in un riferimento accelerato è determinata dall'influsso delle stelle lontane, la cui massa è complessivamente molto superiore a quella di qualunque oggetto vicino.

Qualche spettatore di fronte a tali riproduzioni tecniche potrebbe tuttavia chiedersi: com’è possibile che il pendolo continui a ruotare indefinitamente, nonostante l’attrito, violando i principi della termodinamica, che affermano l’impossibilità di realizzare il moto perpetuo? Gli antichi affermavano in proposito che gli unici moti perpetui sono quelli relativi ai corpi celesti, che si perpetuano senza trovare resistenza dal mezzo nel quale si manifestano e non perdono quindi energia: sbagliavano di tanto? Un’altra spontanea domanda: i pendoli che dimostrerebbero la rotazione della Terra sono corroborati da meccanismi esterni che effettuano correzioni ed impulsi alle oscillazioni le quali, altrimenti, si smorzerebbero più o meno rapidamente? Non sarebbe questa una dimostrazione della presa in giro dello spettatore, invece di quella della terra?

Si consideri peraltro che la variazione del piano del pendolo provata da Foucault non deve essere considerata come un fenomeno fisico che si ripete sempre nello stesso modo. Tale fatto non è sistematico e regolare come ad esempio la caduta di una mela, che avviene sempre nello stesso senso, verso il basso. Il pendolo lasciato libero di oscillare può ruotare anche nel verso contrario a quello indicato da Foucault. Non è prevedibile infatti che la messa in moto di una nuova oscillazione avvenga nello stesso senso di quella precedente.

Quante prove ha fatto il fisico francese? È possibile reperire una tabella statistica con i risultati che egli effettuò circa le oscillazioni? Altri materiali inerti, come legno, marmo, si comportano nello stesso modo? O forse non vengono utilizzati nelle dimostrazioni, perché non possono subire interventi tali da mantenerli in moto concorde alle aspettative e quindi non garanti del fascino dello spettacolo? Oppure, perché si comportano in modo diverso da quelli utilizzati in genere?

Da parte nostra, in seguito ai lunghi anni di insegnamento di fisica, negli Istituti di Secondo Grado, con apparecchi dimostrativi del pendolo, abbiamo modestamente verificato che il piano di oscillazione a volte varia in senso destrorso, altre in senso sinistrorso, altre volte invece non si sposta né verso destra, né verso sinistra, ma oscilla fino a smorzarsi. Chiunque, peraltro, può verificare tale fenomeno con pendoli artigianali, come fece Foucault prima di realizzare quello maestoso esposto nel Pantheon parigino.

Peraltro, il pendolo di Foucault non si mette ad oscillare da solo. Se lo si pone nella sua posizione di equilibrio, fermo e perpendicolare al suolo, non si mette a dondolare autonomamente per un suo impulso interno, sollecitato inerzialmente dal moto della terra. Per vederlo oscillare, come spiega bene Foucault, occorre spostarlo dalla sua posizione di equilibrio, lasciandolo poi libero di raggiungere l’altra estremità e poi di ritornare nella posizione iniziale. E proprio qui sta la difficoltà maggiore. Il mettere in moto il pendolo senza influenzare le oscillazioni.

Si suppone, come dicevamo, per ipotesi avanzata dallo stesso scienziato, che il pendolo sia appeso ad un punto da considerarsi assolutamente fermo. Ma è possibile questo, se la Terra sulla quale è collegato sarebbe in movimento? Se i moti sono relativi, come giustamente affermava Galilei, può il pendolo di Foucault considerarsi come la prova definitiva del movimento della terra, rispetto a quello delle cosiddette stelle fisse e del sole? Relativamente parlando, tale esperimento non potrebbe dimostrare la tesi inversa, ossia la quiete della terra rispetto al moto del sole e quindi invalidare l’ipotesi eliocentrica?

Tale ipotesi inversa, che sia il cielo a ruotare rispetto alla Terra ferma come, in effetti, afferma il senso comune ed il realismo moderato, è stata radiata, tranciata, sotterrata in modo definitivo. Questo perché, forse, credere a quello che si vede, è troppo semplice per i nostri grandi scienziati, sempre impegnati a confermare la visione del mondo che la scienza massonica ha prodotto nella parabola di cinquecento anni di suo potere. La quale tuttavia sembra essere avviata sulla via del declino, in vista di una interpretazione dei fenomeni naturali e della vita che non escluda Dio dai suoi protocolli, ordinati, invece che alla prometeica celebrazione della ragione umana, alla ricerca sincera della Verità ordinata agli intramontabili valori cristiani che hanno consentito lo sviluppo sociale e politico della moderna società, oggi in fase di disfacimento morale ed economico.

 

                                 

                                     

 

venerdì 18 agosto 2023

                                    SCOPERTO CHE Il SEGNO DELLA CROCE E’ 

UN "GENERATORE DI LUCE” 

(SECONDO GLI SCIENZIATI RUSSI)

 

*IL SEGNO DELLA CROCE….*
Uno studio condotto in un laboratorio per le tecnologie medico-biologiche, ha suscitato un vero scalpore, ha dichiarato il giornale russo ”Vita”. Gli scienziati hanno dimostrato sperimentalmente che *il segno della croce uccide i germi e cambia le proprietà ottiche dell'acqua.* “Abbiamo confermato che l'antica usanza di fare il segno della croce sul cibo e bevande a tavola ha un profondo significato mistico con uso pratico: *il cibo viene pulito letteralmente in un attimo* e questo grande miracolo accade ogni giorno", dichiara Angelina Malahovskaya.

La ricerca sul potere del segno della croce, Malahovskaya e la sua squadra la stanno conducendo da quasi 10 anni.

Gli esperimenti riaffermano ripetutamente lo stesso; c'è un fenomeno scientifico: in acqua sono state trovate proprietà battericidi con la sua consacrazione con la preghiera e segno della croce. Una nuova (finora sconosciuta) proprietà della “Parola di Dio” è stata scoperta per trasformare la struttura dell’acqua, aumentando notevolmente la sua densità ottica nell’area ultravioletta dello spettro. La possibilità stessa di condurre queste ricerche è un miracolo per Angelina Malahovska e per i suoi colleghi di Pietroburgo: il progetto non è né finanziato né inserito nel programma di ricerca. Tuttavia gli scienziati si occupano gratuitamente con l’enorme volume di lavoro scientifico solo per consentire alle persone di sentire il potere curativo di Dio.

I fisici verificano l'azione della preghiera “Padre Nostro” e il segno della croce sui batteri patogeni. Per fare le ricerche sono stati prelevati campioni d'acqua provenienti da diversi bacini d'acqua: pozzi, fiumi, laghi. Tutti i campioni di uscita contengono stafilococco dorato. Dopo la lettura della preghiera “Padre Nostro” e il segno della croce sul campione si scopre che la quantità di batteri nocivi diminuisce 7, 10, 100 e anche più di 1000 volte!
Sulla condizione dell'esperimento, per escludere le influenze di una possibile suggestione del pensiero, la preghiera è letta sia dai credenti che dai non credenti.

Il numero di batteri patogeni nei ambienti diversi diminuisce ogni volta, rispetto al modello di controllo. L’influenza benefica della preghiera e del segno della croce hanno effetto benefico anche su tutti i partecipanti all'esperimento: in tutti la pressione sanguigna si stabilizza, migliorano anche gli esami del sangue. 

La cosa interessante è che nelle persone con pressione sanguigna bassa (ipotonia), la pressione sanguigna aumenta, e invece alle persone con pressione sanguigna alta (ipertensione), l’ipertensione cala. L'esperimento mostra anche un'altra peculiarità: quando il partecipante non è così concentrato o addirittura negligente nell' illuminare con il segno della croce (il centro della fronte, il centro del plesso solare, le fosse della spalla destra e sinistra), il risultato positivo dell'impatto diminuisce o addirittura è assente. 

Gli scienziati misurano anche la densità ottica dell'acqua prima e dopo l’illuminazione con il segno della croce. I risultati indicano che la densità ottica aumenta rispetto a quella iniziale. Secondo Angelina Malakhovskaya, questo significa che come se fosse l'acqua a “distinguere” il significato delle preghiere pronunciate su di essa, ricorda questo impatto e lo conserva sotto forma di maggiore densità ottica. Come se “si saturarsse” di luce. 
L’occhio umano, naturalmente, non riesce a catturare queste “curative variazioni nella struttura dell'acqua”, ma lo spettrografo dà una valutazione oggettiva del fenomeno. Il segno della croce cambia quasi istantaneamente la densità ottica dell'acqua. 
La densità ottica dell'acqua, su cui è stato eseguito un segno di croce, aumenta in modo diverso quando si esegue il segno della croce da un laico o da un sacerdote; al segno della croce eseguito di un laico, la densità ottica aumenta quasi 1,5 volte, invece quando è consacrata da una persona spirituale quasi 2,5 volte! Cioè, l'acqua “distingue” i gradi di consacrazione.

Interessante è il risultato nella consacrazione dell'acqua con il segno della croce da una persona che ha accettato il Santo Battesimo, ma è miscredente e non porta una croce. Si scopre che, l'acqua ''distingue'' addirittura i gradi di fede: la densità ottica in queste persone cambia appena solo del 10%! 

“I due terzi dell'organismo umano è acqua, il che significa che, nella creazione, Dio ha impostato in noi un tale sistema di canali biofisici, che regola tutti i processi biochimici nel organismo, che conosce il nome Gesù Cristo!", ragiona la scienziata. Si può dire che il segno della croce è un generatore di luce. In nessun altra posizione delle dita della mano, si verifica una variazione nella densità ottica dell'acqua idraulica.


venerdì 20 gennaio 2023

 

                                    TORINO SOLARE




Stretta fra il Po e la Dora, Torino racchiude inestricabili segreti, riconducibili forse alla sua stessa fondazione.

La leggenda infatti narra che dalle lande del nord, gli antichi Taurisci, portando con loro la mitologia legata al sacro monte di Thor, discesero fermandosi alla confluenza dove questi due fiumi formano una ipsilon Y, simbolo che richiama il bivio, la scelta fra la destra rivolta verso il cielo e la sinistra rivolta verso gli inferi.

In riferimento alla mitologia greca, un'altra saga narra dei sacrifici dei tori che il primo re di Atene, Cecrope, immolava a Giove, il quale si era unito alla divina Jo, che Ovidio assimila ad Iside. L’Italia si chiamava allora Appenninia, in riferimento al dio Api. La prima città dopo le Alpi venne così dedicata al toro solare, dal quale prese il nome: Torino.

Il culto verso la gran madre egizia Iside, sembra si svolgesse su di un ninfeo collinare prossimo al luogo ove oggi sorge la chiesa della Gran Madre.

Emanuele Filiberto Pingone (1525-1582) che scrisse la storia dei Savoia e di Torino propose nella sua opera Augusta Taurinorum la leggenda della fondazione di questa città rifacendosi all’opera del frate domenicano Annio da Viterbo (1432-1502). Tutto sarebbe iniziato nel 1529 a. C., quando il figlio di Iside, Fetonte o Eridiano, fondò alcune colonie sul confine tra Liguria e Piemonte. Sarebbe poi caduto nel Po durante una corsa su un carro che la leggenda trasformò in carro solare. Ove cadde, venne eretto un cippo e poi un grande tempio dedicato al dio Sole, disposto verso oriente, intorno al quale si formò la città chiamata prima Euridania o Fetontia, poi Torino.

Sarebbero stati gli stessi sacerdoti a distruggere questo tempio, per evitare che venisse profanato celandone così i segreti agli invasori, ultimi i romani. Le antiche e sacre reliquie insieme ad una grande ruota d’oro, riconducibile alla simbologia solare, sarebbero state celate in un luogo segreto. Si parla di un tempio sotterraneo localizzato sotto la pianta di Torino, il cui ingresso e passaggi sarebbero ancora ben custoditi e sconosciuti ai profani. In questo gigantesco tempio solare si sarebbero svolte le antiche cerimonie ed i rituali che delle popolazioni arcaiche le quali si radunavano periodicamente nella piana racchiusa tra la Dora e il Po.

Quanto narrato dal Pingone troverebbe riscontri pur vaghi in una iscrizione posta su una statua dedicata ad Iside, ritrovata nel 1567, tra le rovine dall’antica cittadella. Questo ritrovamento sembra alludere ad un tempio dedicato alla stessa dea egizia, sul quale sarebbe stata eretta una chiesa dedicata a san Solutore Maggiore, distrutta poi durante l’occupazione francese della città (1536-1563).

La leggenda del tempio di Iside non si è esaurita col tempo. L’azione spirituale di questa divinità sarebbe legata al culto segreto ad essa ancora rivolto da parte di ristrette confraternite. Voci dicono che alcuni Savoia stessi fossero molto interessati a questa dea alla religiosità ed ai reperti egizi, riportando a questa causa la costruzione dell’attuale museo egizio.

Resta però un fatto che sulle sponde del Po alla mezzanotte dell’8 ottobre 1859 sulla riva destra del Po, come da rituale, veniva costituita ufficialmente la loggia Ausonia, dopo che 45 anni prima, nel 1814, un editto aveva sancito “la proibizione delle congreghe ed adunanze segrete, qualunque ne sia la denominazione loro, e massime quelle de’ così detti Liberi Muratori, già proibita col Regio Editto del 20 maggio 1794”.

Oltre ai sette fratelli fondatori, venne a far parte di questa loggia torinese, Felice Govean, direttore della Gazzetta del Popolo, alfiere dell’anticlericalismo torinese, curatore della rubrica “Il Sacco nero”, nonché autore del dramma “I Valdesi”, pubblicato nel 1852. Questi primi esponenti, il 20 dicembre: “allo scopo di stabilire un Grande Oriente Italiano, scopo del quale si radunarono già altre volte … deliberarono che oggi stesso dovesse ritenersi costituito il Grande Oriente Italiano sotto il titolo di Grande Oriente d’Ausonia” posto sotto l’obbedienza del Grande Oriente di Parigi.

Si consideri peraltro che il debito esterno del Piemonte, consolidatosi dopo anni di continue guerre, raggiunse la cifra esorbitante di tre miliardi di lire, considerando il prodotto interno del Piemonte che ammontava a nove miliardi. Il sistema bancario francese era in mano ai Rothschild, venerabili del 33° del Grande Oriente Francese. Quindi la scelta dell’oriente francese rispetto a quello inglese fu assai conveniente per il Piemonte e casa Savoia.

Non per niente, lo sviluppo di questa loggia piemontese coincise con il ritorno al potere di Cavour, il quale attraverso di essa propagò la sua azione di politica moderata per preparare l’emancipazione italiana, sotto l’egida dei Savoia. A questa neo-loggia aderirono presto molte piccole logge italiane, già aderenti alla massoneria francese. Nel contempo vennero isolate quelle di obbedienza al rito scozzese, rito al quale apparteneva anche Giuseppe Garibaldi.

“Cavour, diabolicamente, aveva saputo giocare su due tavoli o meglio sulle due massonerie francesi e inglesi. In prima battuta, per preparare gli “eventi del sud”, abilmente si era servito dell’Inghilterra, che gli aveva organizzato un piano di calunnie con fomentazione varie sul territorio italiano; spregiudicatamente si era poi rivolto all’aiuto francese, sia per la guerra che per l’affare delle banche, e in ultimo si affidava, come se niente fosse, all’aiuto massonico inglese, in stretto collegamento con la massoneria americana” (Dora Liguori, Quell’amara unità d’Italia, Sibilla Editrice, Roma 2010, p.156).

Questa azione politica di Cavour tramite le logge massoniche offriva tre benefici ai tre rispettivi operatori del piano di liberalizzazione del territorio italico: con la conquista del meridione l’Inghilterra poteva avere via libera nello sfruttamento delle miniere siciliane di zolfo ed i commerci con l’Oriente attraverso il canale di Suez, ai Rothschild veniva assicurato l’accesso alle pingui casse del Banco di Sicilia e di Napoli in mano ai Borboni, al Piemonte sarebbe toccata l’unificazione e la sottomissione sotto l’egida dei Savoia di tutta l’Italia.

In virtù di tali grandi meriti strategici sotterranei, Cavour si presentava come il candidato ideale per reggere il Supremo Maglietto dell’Oriente Italiano. Il Gran Maestro di questa loggia Filippo Delfino, si riferì allo statista piemontese definendolo “nostro fratello conte Camillo Cavour … personaggio non estraneo ai nostri misteri”. Il quale tuttavia esitò a dichiarare la propria appartenenza alla Libera Muratoria per fini diplomatici e carrieristici, per meglio perseverare nella sua azione di politica espansiva e di rivoluzione sotterranea nell’ambiente liberale moderato. Egli avrebbe dovuto assumere la suprema carica di Gran Maestro, come auspicava lo stesso Govean, se non fosse per la sua repentina ed inattesa dipartita avvenuta il 6 giugno 1861, all’età di 51 anni. Egli comunque continuò ad essere celebrato nella terza loggia torinese, denominata appunto “Cavour” e fondata pochi mesi dopo la sua repentina morte, il 17 dicembre 1861.