In tale articolo, vengono riportate le
osservazioni che egli effettuò, riguardo alla variazione del piano di
oscillazione del pendolo. Il quale si rivolge gradualmente in senso destrorso, da
oriente ad occidente, in accordo con il movimento del Sole e in genere dei
corpi celesti. Questa variazione gli sembrò dimostrare il moto giornaliero del
globo terrestre, anche se la terra, secondo la teoria eliocentrica, ruota in
senso contrario, sinistrorso, da ovest ad est. Il risultato di questo
esperimento viene pertanto considerato in ogni sede come la prova esaustiva,
indubitabile e certa del movimento della Terra.
Nelle prime battute di questo suo articolo,
si rilevano alcuni punti critici.
1 Egli richiede di fare astrazione
del movimento di traslazione della terra intorno al Sole che, a suo
dire, non avrebbe influenza rispetto al fenomeno messo in evidenza. Questa
ipotesi nonostante la velocità di traslazione intorno al sole (circa 30 km/s)
sia notevolmente maggiore rispetto alla velocità di rotazione terrestre (circa 464
m/s).
2 Fermat suppone che l’osservatore, idealmente,
si sposti fino al polo nord, per semplificare i termini del problema e trovare
un punto fermo. Un punto fermo su un sistema previsto in rotazione? E
l’inclinazione dell’asse terrestre?
3 Il fisico francese propone di
considerare un pendolo composto da una massa pesante omogenea e sferica,
sospesa ad un filo flessibile collegato al punto assolutamente fisso,
idealizzato in precedenza, posto esattamente sul prolungamento dell’asse di
rotazione del globo. Precisa anche che le parti solide che lo supportano non
partecipino al movimento giornaliero. La massa può essere di qualunque
materiale? Perché allora vengono utilizzati sempre metalli o metalloidi,
mai marmo, vetro, plastica? Inoltre, come fanno le parti solide che sorreggono
il pendolo a non partecipare alla traslazione della terra intorno al Sole?
Dopo queste premesse, lo scienziato descrive
in modo sintetico lo svolgersi della sua emblematica “prova”. Nella quale non si
dimostra la rotazione terrestre in senso assoluto, come invece viene fatto
credere. Ma più banalmente si rileva l’esistenza di un moto relativo della
terra in rotazione rispetto al cielo fermo, o del cielo in rotazione rispetto
alla terra ferma. Questo è l’unico risultato trovato da Foucault, il movimento
del cielo rispetto alla terra, interpretabile tuttavia in senso relativistico.
Consideriamo inoltre che, secondo le
parole dello scienziato, riportate nella didascalia, si è obbligati a prendere un punto d’appoggio “assolutamente
fermo”, ove fissare il suo pendolo, pur essendo questo inserito in un sistema
in movimento, per ipotesi. È logico pensare infatti che la parte rigida, dove
si fissa l’estremità superiore del filo del pendolo, non possa essere sottratta
al movimento rotatorio diurno. Pertanto, se la terra ruota, ruoterà anche la
base d’appoggio del pendolo, pure se per ipotesi posizionato al polo, essendo
peraltro l’asse della terra inclinato.
Come è noto, Jean Bernard Foucault
(1819-1868) fissò un pendolo lungo 67 metri sulla sommità del Pantheon di Parigi.
La sfera di piombo pesava 28 kg. Pendoli più o meno simili sono stati
realizzati un po' dappertutto, per catturare e affascinare l’attenzione dei
visitatori. Di fronte a tali apparati, sembra effettivamente che tutto funzioni
secondo i parametri della scienza. Il movimento rotatorio della Terra sembra
davvero essere in grado di produrre un’oscillazione che varia nel senso di
quella dei corpi celesti e non della terra. Si spiega tale fenomeno alla luce
del principio di Mach. Il quale afferma che la forza di inerzia che agisce sui corpi in un riferimento
accelerato è determinata dall'influsso delle
stelle lontane, la cui massa è
complessivamente molto superiore a quella di qualunque oggetto vicino.
Qualche spettatore di fronte a tali
riproduzioni tecniche potrebbe tuttavia chiedersi: com’è possibile che il
pendolo continui a ruotare indefinitamente, nonostante l’attrito, violando i
principi della termodinamica, che affermano l’impossibilità di realizzare il
moto perpetuo? Gli antichi affermavano in proposito che gli unici moti perpetui
sono quelli relativi ai corpi celesti, che si perpetuano senza trovare
resistenza dal mezzo nel quale si manifestano e non perdono quindi energia:
sbagliavano di tanto? Un’altra spontanea domanda: i pendoli che dimostrerebbero
la rotazione della Terra sono corroborati da meccanismi esterni che effettuano
correzioni ed impulsi alle oscillazioni le quali, altrimenti, si smorzerebbero
più o meno rapidamente? Non sarebbe questa una dimostrazione della presa in
giro dello spettatore, invece di quella della terra?
Si consideri peraltro che la
variazione del piano del pendolo provata da Foucault non deve essere
considerata come un fenomeno fisico che si ripete sempre nello stesso modo. Tale
fatto non è sistematico e regolare come ad esempio la caduta di una mela, che
avviene sempre nello stesso senso, verso il basso. Il pendolo lasciato libero di
oscillare può ruotare anche nel verso contrario a quello indicato da Foucault. Non
è prevedibile infatti che la messa in moto di una nuova oscillazione avvenga
nello stesso senso di quella precedente.
Quante prove ha fatto il fisico
francese? È possibile reperire una tabella statistica con i risultati che egli
effettuò circa le oscillazioni? Altri materiali inerti, come legno, marmo, si
comportano nello stesso modo? O forse non vengono utilizzati nelle
dimostrazioni, perché non possono subire interventi tali da mantenerli in moto concorde
alle aspettative e quindi non garanti del fascino dello spettacolo? Oppure,
perché si comportano in modo diverso da quelli utilizzati in genere?
Da parte nostra, in seguito ai lunghi
anni di insegnamento di fisica, negli Istituti di Secondo Grado, con apparecchi
dimostrativi del pendolo, abbiamo modestamente verificato che il piano di
oscillazione a volte varia in senso destrorso, altre in senso sinistrorso,
altre volte invece non si sposta né verso destra, né verso sinistra, ma oscilla
fino a smorzarsi. Chiunque, peraltro, può verificare tale fenomeno con pendoli artigianali,
come fece Foucault prima di realizzare quello maestoso esposto nel Pantheon
parigino.
Peraltro, il pendolo di Foucault non
si mette ad oscillare da solo. Se lo si pone nella sua posizione di equilibrio,
fermo e perpendicolare al suolo, non si mette a dondolare autonomamente per un
suo impulso interno, sollecitato inerzialmente dal moto della terra. Per
vederlo oscillare, come spiega bene Foucault, occorre spostarlo dalla sua
posizione di equilibrio, lasciandolo poi libero di raggiungere l’altra
estremità e poi di ritornare nella posizione iniziale. E proprio qui sta la
difficoltà maggiore. Il mettere in moto il pendolo senza influenzare le oscillazioni.
Si suppone, come dicevamo, per ipotesi
avanzata dallo stesso scienziato, che il pendolo sia appeso ad un punto da
considerarsi assolutamente fermo. Ma è possibile questo, se la Terra sulla
quale è collegato sarebbe in movimento? Se i moti sono relativi, come
giustamente affermava Galilei, può il pendolo di Foucault considerarsi come la
prova definitiva del movimento della terra, rispetto a quello delle cosiddette
stelle fisse e del sole? Relativamente parlando, tale esperimento non potrebbe
dimostrare la tesi inversa, ossia la quiete della terra rispetto al moto del
sole e quindi invalidare l’ipotesi eliocentrica?
Tale ipotesi inversa, che sia il cielo
a ruotare rispetto alla Terra ferma come, in effetti, afferma il senso comune
ed il realismo moderato, è stata radiata, tranciata, sotterrata in modo definitivo.
Questo perché, forse, credere a quello che si vede, è troppo semplice per i
nostri grandi scienziati, sempre impegnati a confermare la visione del mondo
che la scienza massonica ha prodotto nella parabola di cinquecento anni di suo
potere. La quale tuttavia sembra essere avviata sulla via del declino, in vista
di una interpretazione dei fenomeni naturali e della vita che non escluda Dio
dai suoi protocolli, ordinati, invece che alla prometeica celebrazione della
ragione umana, alla ricerca sincera della Verità ordinata agli intramontabili valori cristiani che hanno consentito lo sviluppo sociale e politico della moderna società, oggi in fase di disfacimento morale ed economico.